L’indimenticabile Angelo Tramentozzi

 

 

 
 

Angelo Tramentozzi

1922 - 1973

 

Pastore della Chiesa Cristiana Evangelica A.D.I.

di Roma - Via Tagliamento, 57/f fino al 1973.

La meditazione biblica che troverete in questa pagina è

l’ultima che il Pastore Tramentozzi ha registrato

prima che il Signore lo accogliesse nella Sua gloria.

Il Pastore Tramentozzi è stato un

indimenticabile servo di Dio,

esempio di fede e di amore cristiano per tutti noi.

 

FEDE, ZELO, AMORE

Ricorro nella mia debole mente,le parole dell’apostolo Paolo nella epistola ai cristiani di Corinto”Voi abbondaste in ogni cosa, in fede,in ogni zelo e nell’amore”.Queste virtu’ spirituali erano le qualilifiche che colpivano tutti coloro,i quali avevano la gioia di entrare in contatto con l’indimenticabile nostro fratello ANGELO TRAMENTOZZI,pastore della chiesa di via Tagliamento a Roma.

Egli e’ stato chiamato alla dimora del Padre improvvisamente,contro ogni aspettativa e ci ha lasciati profondamente afflitti per il crudo distacco della carne;ma ci ha pure lasciata l’immagine di un diletto cristiano e di un vero servo del Signore.

Aveva uno zelo per le cose di Dio che lo spingeva a caricarsi del peso  di una attivita’ sovrumana;il suo tempo era tutto dedicato al servizio del Signore per evangelizzare,predicare,prendendo iniziative spirituali per il bene e la salute delle anime.

La sua fede in Dio era incrollabile,profonda,anche nei momenti della prova,e questa sincera fede lo rendeva eccellentemente ottimista. Le sue cordiali affettuose parole d’incoraggiamento erano spontanee,piene di forza e di fiducia per ogni persona da lui conosciuta.

Non abbiamo mai riscontrato in altri funerali,una partecipazione cosi’ numerosa di amici e colleghi di lavoro e quando la salma ritornò al suo paese in Sonnino, tutto il popolo fece cordoglio e rese l’estremo saluto al cittadino amato e benvoluto che aveva data grande testimonianza evangelica dell’Amore di Gesu’.

L’amore che lo spingeva verso il prossimo era sublime.Egli sapeva dare tutto se stesso per sollevare una persona dalla miseria spirituale e materiale,per confortare e non soltanto a parole agli indigenti.L’amore che aveva ricevuto di Dio nel suo grande cuore lo propinava incessantemente a tutti.Egli era sempre in visita nei luoghi di sofferenza per portare una parola di amore e di fede per alleviare ogni sorta di dolori.Come pastore non sfuggiva all’occhio suo vigile a amorevole l’assenza dei fedeli dai culti e subito si interessava allo stato di salute fisica o spirituale degli agenti non tralasciando di portare parole di conforto,d’incoraggiamento,perseverando nella preghiera della fede per queste persone bisognose di cure e dell’intervento misericordioso del Signore.

Il fratello ANGELO TRAMENTOZZI deceduto il 20 dicembre 1973,quattro giorni prima che il suo cuore minato cessasse di battere,incise su un nastro un messaggio cristiano,qui’ appresso pubblicato,per nostra edificazione in cui per l’ennesima volta ci incoraggia a proseguire il cammino della fede e nel suo grande amore ci sprona al combattimento fino al raggiungimento della gloriosa vittoria.

      UMBERTO NELLO GORIETTI

 

 

foto ricordo Nanda Angelo Armando sopra,i piccoli Mauro Carla Giuseppe  Tramentozzi  ricordi ricordi !!!!!!!!!!
foto ricordo Nanda Angelo Armando sopra,i piccoli Mauro Carla Giuseppe Tramentozzi ricordi ricordi !!!!!!!!!!
ARMANDO E ANGELO TRAMENTOZZI
ARMANDO E ANGELO TRAMENTOZZI

BREVE BIOGRAFIA DI ANGELO TRAMENTOZZI

 RACCONTATA  DA ARMANDO TRAMENTOZZI

Angelo Tramentozzi nacque a Sonnino, un paesino in provincia di Latina, nel Novembre del 1922. I suoi genitori, Giacinta e Giuseppe Tramentozzi, erano casalinga lei ed operaio lui. Angelo era il primo di quattro figli, due maschi e due femmine.

Appena undicenne, Angelo rimane, nel giro di pochi giorni, privo della madre; è un ragazzo di indole molto vivace, quasi irrequieto.  Il padre Giuseppe è cristiano evangelico essendo emigrato in America dove ricevette la testimonianza del  Vangelo.

Angelo da ragazzo frequenta la nascente chiesa Evangelica di Sonnino senza però comprendere granchè del Signore.

Il padre si risposò con Giuseppina Musilli, anch’ella  vedova con un figlio, che poi diventerà una fervete cristiana: il Signore la battezzerà nello Spirito Santo e per la chiesa di Sonnino sarà un evento indimenticabile.  Angelo avrà dal secondo matrimonio del padre un altra sorella ed un fratello.

Nel gennaio del 1942, in piena seconda guerra mondiale, Angelo viene chiamato alle armi. L’anziano genitore, sapendo il pericolo a cui il giovane va incontro, a sua insaputa gli mette nella valigetta una copia del Nuovo Testamento, che non leggerà mai, come Angelo stesso racconterà più tardi. Possiamo quindi immaginare le preghiere del padre credente.

Angelo racconterà ancora che in un giorno di grande pericolo per la propria vita, sentì una grande certezza dentro di sé e cioè che sarebbe tornato a casa sano e salvo, come infatti avvenne.

Finita la guerra, siamo nel 1945, Angelo torna  a Sonnino. Avendo imparato in brevissimo tempo sotto le armi il mestiere di sarto, si trasferisce a Roma per perfezionare il proprio lavoro. Nel frattempo il padre Giuseppe viene a Roma per far visita ad una figlia ricoverata in ospedale per un male inguaribile.

Nella circostanza Giuseppe frequenta la Chiesa Evangelica di via Adige dove presiede il culto il fratello Ernesto di Biagio, paesano. Angelo è invitato, suo malgrado, dal padre ad andare al culto. Giuseppe aveva un forte senso di evangelizzazione personale, condusse infatti molte anime a Cristo.

Ma lasciamo ad Angelo il racconto di questo incontro col Signore:

“Ero travagliato in tutti i sensi, uscivo da un cinema per entrare subito dopo in un altro, ma sempre più vuoto, senza pace, senza Dio nel mondo. La prima sera che mio padre  mi condusse al culto, il Signore mi salvò completamente, trasformandomi in tutti i sensi: avevo incontrato Dio”.

La mattina seguente il principale di angelo se ne accorse, perché lui parlava in modo diverso: nuovo modo di parlare, nuovo modo di vita; tutto era cambiato e non poteva essere diversamente perché quando una persona incontra Dio è diversa, e così era stato per Angelo Tramentozzi. Porterà il segno dell’incontro con Dio per tutta la sua vita.

Non erano passati che pochi mesi da questo evento che Angelo era divenuto uno zelante evangelista, coinvolgendo nel suo zelo come primogenito quasi tutti gli altri fratelli e sorelle alla stessa decisione, con grande allegrezza del padre Giuseppe Tramentozzi. Un giorno, trovatosi a Sonnino, stava lavorando in una bottega di sartoria dove imparava il mestiere il fratello Armando, venne a contatto con il prete della vicina Chiesa Cattolica il quale, avendo saputo che Angelo era protestante, accese subito un grande dibattito di carattere religioso; il prete, non sapendo rispondere alle domande bibliche, lo trattò da ignorante.

Il paese fu in breve tempo tutto in subbuglio; altri preti vennero in soccorso di Don Domenico ma Angeluccio, come lo chiamavano tutti i paesani, era irresistibile, sembrava un vecchio teologo.

E senza voler togliere ad altri servitori di Dio i propri meriti, perché Dio remunera tutti, quel giorno si accese in una piazzetta di Sonnino, Piazza San Pietro, la fiammella del risveglio Evangelico: siamo nel 1947.

Sono passati molti anni da allora: altri servitori di Dio vale la pena ricordare il fratello Luigi Iannettoni il quale, proveniente dagli Stati uniti d’ America, con le sue indimenticabili serate di preghiera in casa della sorella Filomena in via Arrigo ci ha fatto assistere a molti battesimi che il Signore impartiva per mezzo dello Spirito Santo.

Le forze dell’inferno hanno cercato più volte di spegnere quel risveglio ma non hanno potuto perché ancora oggi a Sonnino c’è un popolo che loda il Signore ed è molto attivo nel servirlo. In quel periodo i fratelli, che erano un po’ scoraggiati a causa della persecuzione fascista, ripresero animo a fare il bene.

Anelo aveva già ubbidito al battesimo in acqua secondo il comandamento del Signore quando una sera, nell’anno 1950, il Signore lo battezzerà con un potente battesimo di Spirito Santo nella chiesa di via Adige in Roma.

Nel 1952 il suo pastore di Biagio lo incarica di presiedere il culto, lo farà con grande timore e tremore.

Troverà difficoltà dentro e fuori, ma Angelo sapeva bene in Chi aveva creduto e nessuna cosa poteva spegnere il suo grande zelo nel servire il Signore. Incontrerà nel suo cammino cristiano il fratello Umberto Gorietti presidente dell’Opera Evangelistica il quale gli sarà grandemente di aiuto nel suo ministero, come Angelo stesso racconterà più tardi.

E’ stato membro del Comitato di zona dell’Italia centrale e revisore dei conti della Cassa Nazionale A.D.I., con grande scrupolo.

E’ stato altresì, impiegato per vent’anni all’Intendenza di Finanza di Roma, apprezzato e stimato da tutti i suoi colleghi e superiori, che dopo anni lo ricordano.

E’ stato sposato con Fernanda Patacchiola dalla quale ha avuto due figli, Carla e Mauro.

Concludendo questa breve biografia, non posso fare a meno di far rimarcare le sue spiccate qualità di moderatore: aveva un innato senso della moderazione. Nella sua famiglia, nell’ambito del proprio lavoro, nel comitato di zona, nei Convegni regionali e nazionali, dove svolgeva la missione di Pastore, operava sempre per la concordia e la pace della fratellanza.

La vita di Angelo sarà breve ma intensa. Infatti ad appena 52 anni, il 20 Dicembre 1973, per l’aggravarsi del suo male di cuore. Andrà ad incontrare il Signore che aveva amato e servito con tutto il cuore e l’anima.

L’ultimo brevissimo sermone, inciso in una cassetta, esprimeva tutta la fiducia nel Dio di Daniele che lo aveva liberato dalla branca dei leoni affamati e Gesù aveva acquetata la tempesta per far raggiungere i suoi discepoli all’altra riva.

Anche per Angelo c’era stato un uragano, come disse al fratello Armando la notte della sua dipartita, ma Diolo accolse con sé per sempre.

 

Lasciò un grande vuoto, ma Dio ha saputo ricolmare ogni cosa. L’ultimo cenno che fece ad un suo cognato, con gli occhi rivolti al cielo, era verso l’appuntamento col Divino Signore.

Meditazione del fratello Angelo Tramentozzi

Daniele, uomo di Dio, a causa dell’ occupazione della sua terra da parte dell’esercito Babilonese, fu condotto in Babilonia e fu portato nella corte del re Nebucadnetsar e qui si fece strada perché bensì giovane, lontano dalla sua terra, dalla  casa, da Geusalemme, restò fedele al suo Dio, avendo un fermo proponimento nel suo cuore di non contaminarsi e non infrangere in nessun modo le leggi dell’Iddio d’Israele. Le cose non andarono sempre lisce per Daniele, poiché i suoi compagni lo invidiavano vedendo in lui qualcosa di straordinario che lo faceva prosperare in tutte le sue imprese, un qualcosa che loro non avevano , e per questo cercarono di toglierlo di mezzo e tanto fecero che costrinsero il re Dario a farlo gettare suo malgrado, in una fossa di leoni affamati, ma Iddio restò con Daniele nel giorno della prova, non lasciandolo solo, ma scendendo con lui nella fossa per turare la bocca ai leoni.

Le parole che desidero prendere in considerazione sono quelle de re Dario, un uomo pagano, mentre Daniele viene gettato nella fossa con soddisfazione dei suoi nemici, questi dice: “Il tuo Dio, il quale tu servi con perseveranza sarà quello che ti libererà”. Dario aveva compreso che Daniele aveva un Dio personale perciò dice “il tuo Dio”! Inoltre aveva imparato che Daniele serviva il Signore non saltuariamente ma con perseveranza e aggiunse: “Sarà quello che ti libererà”. Così fu; Iddio liberò Daniele dalla branca dei leoni affamati.

Più tardi Gesù un giorno dirà ai suoi discepoli “Passiamo all’altra riva del mare”! e mentre navigavano in alto mare, la navigazione si fece difficile, talchè sembrava che la piccola imbarcazione dovesse cedere alla furia delle onde dei venti contrari, ma Gesù aveva detto: “passiamo all’altra riva del mare”. Quindi Gesù era lì e al momento opportuno sgridò i venti e le onde e tutto divenne bonaccia. Anche noi, attraverso il cammino cristiano, veniamo ad affrontare difficoltà, prove, malattie, che travagliano la nostra vita e a volte sembra proprio che la nostra fede debba essere travolta, ma Gesù è con noi e al momento giusto interviene, ferma i leoni affamati come fece con Daniele e dice ai venti e alle onde delle prove: “Fate silenzio”! E tutto diviene calma. E noi liberi dalla prova possiamo lodare il Signore e ringraziarlo per la sua fedeltà e per la sua liberazione e procedere nel nostro cammino verso il regno della gloria di Dio.

Amen!

 

 

Meditazione del Fratello Angelo Tramentozzi quattro giorni prima della dipartita per la casa del Padre 

Ricordo di Giuseppe Tramentozzi

La seguente registrazione fu fatta quattro giorni prima della sua dipartita per il cielo.Il sottoscritto era allora molto giovane amavo gia’ le cose tecniche che mi portarono poi a lavorare per RadioEvangelo Roma per molti anni con l’aiuto di Dio.

Comprai un piccolo registratore allora nel 1971 perche’ volevo registrare cantici culti e pensai di incidere un messaggio di zio Angelo non sapendo che era l’ultimo prima della sua dipartita per la casa del Padre ma ricordo di quel bel messaggio le parole che lui disse”passiamo all’altra riva” e con il tempo ho  pensato che Lui gia’ sentiva che il suo tempo qui’ era terminato.

Ricordo di zio Angelo tante cose,la sua amabilita’,dolcezza,uomo pacifico sempre pronto a mettere pace e concordia,non amava le discussioni anzi ci soffriva se cio’ accadeva.

Spesso se capitava di assistere a delle divergenze lui iniziava a cantare con la sua bella voce i cantici cristiani portando cosi’ serenita’,veramente un uomo di Dio.

Ha lasciato nella nostra famiglia un vuoto incolmabile ed un ricordo indelebile ancora vivissimo,rimpianto da tutti noi lasciandoci troppo presto ma Dio sa’.

Piu’ volte al sottoscritto il fratello Toppi  disse anni fa’ che zio Angelo se ne era andato troppo presto.

Posso testimoniare personalmente che dopo la sua dipartita ed ancora in questi ultimi tempi sia ai convegni pastorali delle A.D.I. che singoli credenti da tutte le parti d’Italia si ricordano di lui chiedendomi se sono il figlio,ed io rispondo che indegnamente sono il nipote del fratello Angelo.

Si’ ha lasciato una testimonianza cristiana meravigliosa.Zio Angelo Tramentozzi era un uomo di pace in ogni occasione che gli si presentava,Signore aiutaci ad imitare Lui ed altri credenti operatori di pace.

 

Giuseppe Tramentozzi

Meditazione Angelo Tramentozzi
registrazione effettuata da Giuseppe Tramentozzi
voce angelo.mp3
File audio MP3 3.0 MB

RICORDO DI CARLA TRAMENTOZZI DEL PAPA' ANGELO

DEDICATO A MIO PADRE


Non è facile condensare in poche righe una intera vita seppur molto breve. Mio padre Angelo ha lasciato questa terra a soli 51 anni, io allora ne avevo 17 appena compiuti. Perdere quel padre meraviglioso, unico, consacrato, per me fu devastante, il mondo mi cadde addosso con una tale violenza che ancora oggi ripensandoci mi sconcerta. Ma non voglio parlare di me, voglio raccontare la straordinaria persona che fu mio padre. 
La figura di mio padre si fonde con quella del mio primo pastore spirituale: ricordo con quale impegno si prendeva cura della sua famiglia e della comunità che tanto amorevolmente conduceva.
Il ricordo di Angelo Tramentozzi è ancora indelebile nella memoria di quanti lo hanno conosciuto, come dimenticare una persona che scelse il Signore come supremo Maestro, collocandolo al primo posto nella propria vita: non potrò mai dimenticare il colloquio con il medico che lo aveva in cura pochi giorni prima di andarsene. “Il medico raccomandava a mio padre di stare calmo e di non agitarsi a causa della malattia cardiaca, non avrebbe potuto vivere emozioni di alcun tipo e soprattutto avrebbe dovuto smetterla con quelle prediche veementi che lo facevano stare male e sudare freddo…mio padre rispose :”Caro dottore a che serve vivere se non posso predicare “ e concluse il discorso con le parole dell’apostolo Paolo: “vivere è Cristo e morire è guadagno”.
Prima del breve periodo della malattia che ha poi preceduto la dipartita, le giornate di mio padre erano lunghe e interminabili per quanto io ricordi. Papà lavorava presso L’intendenza di Finanza per cui usciva presto al mattino per rincasare alle 15 del pomeriggio, poi dopo un veloce pasto e un breve riposo, iniziava la vera attività, quella speciale che gratificava la sua vita. Se non c’era servizio di culto, si andava a visitare anziani e infermi…dico si andava perché anche il resto della famiglia lo accompagnava, eravamo un nucleo speciale, una squadra. Papà amava la famiglia in modo straordinario e me in particolare: gli ricordavo la mamma che perse a soli undici anni, io come figlia femmina ero in adorazione di quel padre meraviglioso e cercavo di renderlo felice accompagnandolo spessissimo. Imparai anche a suonare la chitarra, papà ci teneva in modo particolare perché quando si facevano i culti presso le abitazioni di fedeli, la musica non c’era e papà amava cantare con la sua bella voce e che gioia per me accompagnarlo e cantare con lui.
Non è facile per me raccontare mio padre: i ricordi si affastellano nella mia mente, sono tanti e bellissimi e il passare degli anni….tanti per la verità, non hanno scalfito minimamente l’immagine di quella persona stupenda che ha segnato la mia vita. 

Carla Tramentozzi

ANGELO TRAMENTOZZI FOTO RICORDO
ANGELO TRAMENTOZZI FOTO RICORDO