Finita la giornata di lavoro, Martino ripose al loro posto i suoi attrezzi, si
mise il vecchio cappotto e se ne andò a casa. Oggi era stanco e, mentre
si trascinava lentamente lungo la via, si chiedeva come stava la piccola
Denise. Infatti, la sua nipotina era gravemente ammalata e sua sorella
era seriamente preoccupata.
“Sono così contenta che tu sia finalmente a casa”, lo accolse sua sorella
Annetta. “Denise sta così male, che devo dirlo al medico. Mi aveva detto
di comunicargli subito, se vi fosse stato un peggioramento. Puoi
rimanere con Denise, mentre vado a chiamarlo? Puoi sederti al lato del
letto”.
Prendendo posto sulla sedia accanto al letto della piccola, Martino si
rese subito conto che sua nipote stava molto male. La febbre alta non la
lasciava in pace, ma riconobbe subito lo zio e gli sorrise. Dopo un po’, lo
guardò e gli disse: “Zio, prega perché possa guarire!”.
Martino voleva rispondere, ma preferì tacere. La verità era che non
sapeva che pesci pigliare. Come pregare? E a chi? Lui non credeva in
Dio! Almeno, questo era ciò che diceva agli amici. Affermava infatti di
essere ateo e di non poter pregare qualcuno che nemmeno esisteva. A
chi doveva rivolgere le sue preghiere, Martino? Era semplicemente
ridicolo!
Ma la piccola Denise lo guardò di nuovo, implorando: “Zio, prega, per
favore! Mi sento così male! Prega per me”. Confuso, Martino cercò di
calmarla, senza però riuscirci. Certo, non poteva dire alla bambina così
fiduciosa che non credeva in Dio. Se almeno il medico fosse arrivato! Lui
sì, che avrebbe potuto fare qualcosa per lei.
Ma Annetta e il dottore tardavan e Martino ebbe l’impressione che la
bimba peggiorasse di minuto in minuto. Alla fine, lei lo guardò ancora e,
tossendo, con uno sguardo implorante che non avrebbe mai
dimenticato, gli disse: “Zio, se non preghi per me, allora morirò”.
La sua fronte si imperlò di sudore, ma quest’ultima implorazione della
piccola gli trafisse il cuore. Cadde in ginocchio a fianco del letto e gridò:
“O Dio, se esiste un Dio, ascoltami e guarisci questa bambina!”.
Rialzandosi, si accorse che stava tremando. Guardò la piccola Denise,
che ora gli sorrideva. Mentre tornava a sedere, si accorse che la bimba
si stava calmando. Il rossore della febbre abbandonò il visino e lei
cominciò a sudare. Nel giro di pochi minuti, il suo respiro si calmò,
ridiventando regolare, e si addormentò.
Martino la osservava meravigliato. Come si poteva guarire così in fretta?
Pochi minuti prima, la febbre era ancora altissima e la piccola lottava
disperatamente per respirare, mentre ora dormiva tranquilla. Era un
miracolo!
Finalmente, Annetta arrivò con il dottore. Entrambi guardarono
meravigliati la bambina che dormiva. Il medico la esaminò con cura e si
rivolse ai due: “Non so cos’è successo”, disse. “Il suo stato era
gravissimo, ma ora è guarita del tutto! Non ho mai visto una cosa del
genere e non so cosa pensare”.
Il medico non poteva capire, ma Martino sì. Quando il medico li ebbe
lasciati, se ne andò in camera sua e richiuse la porta. Ora sapeva che il
grande Dio, colui che aveva sempre rinnegato, esisteva veramente e che
lui doveva prendere una decisione. E in effetti, la prese! Riconobbe il
suo peccato e accettò il Signore Gesù Cristo come suo personale
Salvatore. Poi lasciò la camera: era un nuovo uomo in Gesù Cristo.
Comprò subito una Bibbia e da quel giorno la Parola di Dio diventò il suo
alimento quotidiano. Entrò a far parte di una chiesa e si dedicò
attivamente all’opera di diffusione della Buona Novella. Acquistò persino
dei trattati e andò a distribuirli di casa in casa. Fu così che molte porte
gli si aprirono e che in quella città il semplice operaio Martino esercitò
una potente influenza in nome di Dio.
Da:Adi Modugno
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