GRIDA E MORMORII

Porgete l'orecchio e venite a me; ascoltate e voi vivrete... Voi partirete con gioia e sarete ricondotti in pace. (Isaia 55:3,12)

GRIDA E MORMORII

"La caduta delle foglie mormora sempre qualche cosa ai viventi", dice un proverbio russo. Di fronte agli avvenimenti sconvolgenti che si svolgono attorno a noi, potremmo dire oggi: la caduta dell'uomo grida qualche cosa ai viventi. Un grido di sofferenza che bisogna ascoltare col cuore! Non si tratta più di mormorii e di foglie autunnali, si tratta di un grido disperato; tuo, mio, dell'umanità intera. Se il mormorio ricorda che vi è la vita, il grido testimonia che essa è breve. "I giorni dell'uomo son come l'erba; egli fiorisce come il fiore del campo; se un vento gli passa sopra, ei non è più, il luogo dov'era non si riconosce più" (Salmo 103:15-16). Che cosa dobbiamo fare? Soccombere nell'amarezza e nello scoraggiamento constatando la nostra impotenza? No. Dobbiamo reagire, ascoltare il grido del nostro cuore, perché è giunto il momento di sapere quale maestro seguiamo, quale scopo perseguiamo nella nostra vita. L'autore del Salmo non ci lascia nell'angoscia, egli continua: "Ma la benignità dell'Eterno dura ab eterno e in eterno sopra quelli che lo temono". Ci si ricorda allora che al grido di disperazione vi è una risposta, una risposta che è promessa di vita, non di un momento, ma eterna. Ci si ricorda che un Altro mormora, che un Altro soccorre, che un Altro parla. Lettori, lo conoscete? E' Colui che si è lasciato crocifiggere per la salvezza dell'uomo e che è risuscitato per la sua felicità eterna. Non udite la sua voce?

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