PRATICHE DELLA CHIESA

Matteo 18:15-20

Cristo diede delle istruzioni anche riguardo al comportamento dei santi all'interno della chiesa. La chiesa iniziò a esistere solo con la Pentecoste, ma Cristo preparò i discepoli per il suo inizio perché loro sarebbero diventati le guide della nuova istituzione fondata da Gesù per i credenti.

1. Il peccato nelle pratiche (Matteo 18:15-18)

Si tratta di peccati personali dei membri di chiesa, non di problemi di chiesa.

• Problema nel peccato. "Se poi il tuo fratello ha peccato contro di te" (Matteo 18:15). In precedenza Cristo aveva parlato dei peccati commessi contro gli altri (Matteo 18:6-10), mentre qui si concentrò sul problema delle offese o dei peccati subiti da parte di altri. Il peccato può avere un'ampia gamma di applicazioni, e qui è ovvio che si tratti di un peccato che non ha attirato l'attenzione pubblica perché è di carattere personale.

• Persone nel peccato. "Tuo fratello" (Matteo 18:15). Il peccato è limitato a un credente, dunque le istruzioni non valgono per gli empi che peccano contro i pii, bensì si riferiscono ai fratelli che fanno un torto ad altri fratelli.

• Procedura riguardo ai peccati. Cristo descrisse la procedura o i vari provvedimenti da prendere in caso di offese personali.
Primo, privato. "Va’ e riprendilo fra te e lui solo" (Matteo 18:15). Il primo passo consiste semplicemente nell'affrontare il peccatore in privato. Se la questione può essere risolta in privato, non diventa pubblica e non causa scandalo e vergogna per la chiesa.
Secondo, prova. "Prendi teco ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni" (Matteo 18:16). Se il primo tentativo fallisce, occorre procurarsi uno o due testimoni che possano ascoltare la questione e incoraggiare una risoluzione adeguata del problema. Così facendo, si mantiene la questione relativamente privata e non si diffondono troppe informazioni.
Terzo, pubblico. "Dillo alla chiesa" (Matteo 18:17). Nel caso in cui fallisca anche il secondo tentativo, il problema dovrebbe essere presentato alla chiesa affinché lo esamini. I problemi tra credenti non devono essere presentati ai tribunali mondani (1Corinzi 6).
Quarto, castigo. "E se rifiuta di ascoltare anche la chiesa, siati come il pagano e il pubblicano" (Matteo 18:17). Se non presta ascolto alla chiesa, il peccatore deve essere ostracizzato e trattato come un incredulo, e non ci si può più fidare di lui come un credente. «Se una persona mi inganna e mi offende una volta, la colpa è sua, ma se lo fa due volte, la colpa è la mia» (Henry).

• Dichiarazione per i peccati. "Io vi dico in verità che tutte le cose che avrete legate sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che avrete sciolte sulla terra, saranno sciolte nel cielo" (Matteo 18:18). Cristo enfatizzò l'autorità della chiesa in relazione a queste questioni. Se seguiamo le sue istruzioni, il Signore ratificherà le nostre azioni. Di conseguenza, nel caso in cu sia stabilito un castigo ("avrete legate in terra"), Cristo lo avvalorerà. Se, invece, sarà concesso il perdono ("avrete sciolte"), Cristo avvalorerà anche questo.

2. La domanda nelle pratiche (Matteo 18:19)

Il secondo argomento relativo alla chiesa riguarda la preghiera. Cristo parlò molto della preghiera, e qui fece riferimento alla preghiera collettiva.

• Persone nella domanda. "Se due di voi" (Matteo 18:19). Riguardo alle persone di cui si parla nel versetto relativo alle istruzioni per la preghiera vengono dette due cose.
Primo, il numero delle persone. Per pregare insieme non occorre essere in tanti.
Secondo, il carattere delle persone. "Di voi". Questa espressione si riferisce ai credenti, non a quelli che rifiutano Cristo. L'unica preghiera degli increduli che sarà esaudita è quella che implora la salvezza.

• Petizione nella domanda. "S’accordano a domandare una cosa qualsiasi" (Matteo 18:19). Riguardo alla petizione presentata nella preghiera collettiva vengono dette due cose importanti.
Primo, l'ambito della petizione. "Una cosa qualsiasi". Nessun ambito è escluso dalla vita di preghiera, anzi qualsiasi cosa della vita è un argomento adatto riguardo a cui pregare.
Secondo, la richiesta nella petizione. "S'accordano a domandare". Non basta accordarsi su qualcosa, ma occorre presentare una richiesta al Signore. Riflettere su qualcosa, accordarsi e parlarne non equivale a pregare perché per pregare occorre presentare la questione al Signore.

• Promessa per la domanda. "Quella sarà loro concessa" (Matteo 18:19). Questa è una promessa grandiosa.
Primo, il favore nella promessa. "Sarà loro concessa". Il fatto che Dio sia pronto a esaudire le nostre preghiere è una grande benedizione.
Secondo, la potenza per la promessa. "Dal Padre mio che è nei cieli". La potenza per la promessa è quella dell'Onnipotente, che esaudirà la preghiera, dunque la promessa sarà mantenuta grazie alla potenza divina.

3. L'assemblea nelle pratiche (Matteo 18:20)

Cristo incoraggia i credenti a radunarsi insieme, e quelli che non lo fanno perdono una grande benedizione e sono disubbidienti (Ebrei 10:25).

• Persone nell'assemblea. "Poiché dovunque due o tre son raunati nel nome mio" (Matteo 18:20). Qui sono indicati alcuni requisiti per radunarsi tra credenti.
Primo, il carattere delle persone. "Raunati nel mio nome". Cristo si riferiva ai credenti, non agli increduli.
Secondo, il numero di persone. "Due o tre". Per ricevere queste benedizioni, non occorre appartenere a una chiesa numerosa con migliaia di membri perché Cristo non escluse le chiese poco numerose. Alcuni hanno definito questo versetto la descrizione «della forma più semplice di chiesa locale» (Scofield Bible).

• Persona per l'assemblea. "Nel nome mio" (Matteo 18:20). Queste tre parole sono molto importanti perché illustrano il requisito Cristocentrico per la chiesa del Nuovo Testamento perché tutto deve essere incentrato sulla Persona di Gesù Cristo. Escludendo Cristo, non può esservi una chiesa, quindi le chiese apostate non sono chiese bibliche perché rifiutano Cristo.

• Promessa per l'assemblea. "Quivi son io in mezzo a loro" (Matteo 18:20). È vero che Cristo è onnipresente, ma questa promessa si riferisce a una presenza speciale di benedizione spirituale per quelli che si radunano con altri credenti. Di conseguenza, saltando i culti di chiesa (in cui ci si riunisce con i veri credenti), ci si priva della presenza di Cristo.