Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta abbattendo alberi. I tronchi erano imponenti, solidi e tenaci. I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l'altro, senza fermarsi se non per riprendere fiato rari secondi. Il secondo boscaiolo faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro. Al tramonto, il primo boscaiolo era a metà del suo lavoro. Aveva sudato sangue e lacrime e non avrebbe resistito cinque minuti di più. Il secondo era incredibilmente al termine dell’ultimo tronco. Avevano cominciato insieme e il numero di alberi da abbattere erano uguali! Il primo boscaiolo non credeva ai suoi occhi e disse: «Non riesco a capire! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi così spesso? E vedo che sei molto meno stanco di me». L'altro sorrise e disse: «Hai ragione, ed hai notato anche che mi fermavo sistematicamente. Ma quello che non hai visto è che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia, quindi la mia lama era sempre tagliente».


 


Troppe volte pretendiamo di servire il Signore con le nostre forze, con le nostre capacità, per non parlare delle volte che basiamo il nostro servizio sulla forza delle nostre esperienze. Noi potremo anche avere lascia del servizio, possiamo stare dietro un pulpito, cantare in una corale, insegnare in una scuola domenicale, possiamo anche predicare agli incroci delle strade, ma se la nostra vita non è ogni giorno ripiena e potenziata dell’unzione dello Spirito Santo, il nostro operato avrà solo apparenza e niente più. Ma arriverà il giorno in cui Dio valuterà come abbiamo trafficato i nostri talenti e come abbiamo gestito il ministerio che Lui ci ha affidato, quindi troverà il frutto che Lui si aspetta? Quando ci sentiamo autosufficienti nel servizio del Signore, non è perché siamo maturi spiritualmente o perché siamo esperti del servizio svolto, ma è perché abbiamo dimenticato una grande verità che Gesù disse: «Senza di me non potete far nulla» (Rif. Evangelo di Giovanni Cap.15 verso 15). Chiediamoci: «Quanto tempo ci fermiamo per affilare la nostra vita in preghiera? E’ la nostra vita affilata dall’unzione e dall’autorità data dalla Parola di Dio?» In Essa è scritto: «Se il ferro perde il taglio e uno non lo arrota, bisogna che raddoppi la forza; ma la saggezza ha il vantaggio di riuscire sempre» (Rif. Libro dell’Ecclesiaste Cap.10 verso 10). Ricordiamoci che la nostra vita spirituale è come un’ascia, se non l’affiliamo, il taglio arrugginirà, ma la saggezza ci farà SEMPRE dipendere dal Signore.