MEDITAZIONE

PROSPERITÀ IDEALE

“...e tutto quello che fa, prospererà” (Salmo 1:3)

L’uomo beato è sempre un uomo che prospera, un uomo ricco in ogni cosa, perché: “Quel che fa ricchi è la benedizione dell’Eterno e il tormento che uno si dà non le aggiunge nulla” (Prov. 10:22). Secondo la filosofia del mondo, soltanto chi possiede dei beni materiali può gioire veramente. Chi abbonda di ricchezze può concretamente trarre profitto dalle opportunità della vita. Ma siediti, e rifletti sul concetto di una prosperità ideale. Questa non consiste, forse, in una vita serena, stabile, felice, priva delle fitte dei rimorsi, senza la presa di preoccupazioni che non concedono tregua? La vera prosperità è una prerogativa di colui su cui si è posato il soffio di Dio ed il Suo sguardo benevolo. Giuseppe prosperava perché Dio era con lui: “E l’Eterno fu con Giuseppe, il quale prosperava...” (Gen. 39:2). Del re Uzzia è scritto: “Si diè con diligenza a cercare Iddio mentre visse Zaccaria, che avea l’intelligenza delle visioni di Dio: e finché cercò l’Eterno, Iddio lo fece prosperare” (II Cron. 26:5). I tre amici di Daniele prosperarono perché rimasero fedeli al Signore nonostante le prove e le difficoltà (cfr. Dan. 3:28-30). Chi vive nella speranza, nella gioia e nella fiducia in Dio è un uomo veramente ricco e prospero, oggetto dell’invidia dei grandi della terra. Egli ha coscienza di essere chiamato a svolgere persino il lavoro secolare come se dovesse renderne conto direttamente al Signore. Tutto ciò cui mette mano sarà ben fatto, e il suo lavoro sarà destinato a prosperare. Così egli prosegue il suo tragitto: avendo pieno controllo delle situazioni, sapendo a chi appartiene il mondo, camminando sulla terra con passo fermo, conoscendo quale mano lo sta conducendo e in quale direzione si sta movendo. Egli intende la legge di Dio, e Dio conosce la sua via. In questa consapevolezza risiede il segreto per ottenere il vero riposo: in essa è la chiave della beatitudine e del cielo stesso.