“Dio stesso: modello di condotta”

Lev. 18:1-5; 19:1,2; 20;7,8

“Il Signore parlò ancora a Mosè, dicendo: Parla a’ figliuoli d’Israele, e di’ loro: Io sono il Signore Iddio vostro. Non fate secondo l’opere del paese di Egitto, nel quale siete dimorati; non fate altresì secondo l’opere del paese di Canaan, dove io vi conduco; e non procedete secondo i lor costumi. Mettete in opera le mie leggi, e osservate i miei statuti, per camminare in essi. Io sono il Signore Iddio vostro. Osservate, dico, i miei statuti, e le mie leggi; le quali chiunque metterà in opera viverà per esse. Io sono il Signore”.
“Il Signore parlò ancora a Mosè, dicendo: Parla a tutta la raunanza de’ figliuoli d’Israele, e di’ loro: Siate santi; perciocché io, il Signore Iddio vostro, son santo”.
“Voi dunque santificatevi, e siate santi; perciocché io sono il Signore Iddio vostro. E osservate i miei statuti, e metteteli in opera. Io sono il Signore che vi santifico”.


Nei capitoli 18 e parte del 19 si trovano delle leggi di Dio sull’importanza della moralità nel campo sessuale, e delle norme sull’onestà nelle relazioni sociali e nel commercio. Si trattano argomenti come l’incesto, la proibizione dei sacrifici umani, l’abominazione dell’omosessualità, le relazioni tra esseri umani e animali.
Si nota come il Signore considera l’adulterio, l’omosessualità e l’accoppiamento con animali al pari del sacrificio di bambini a Moloc, perciò ne comandò la pena di morte.
Vi sono alcuni versi che riportano un severo monito contro il maltrattamento degli individui fisicamente svantaggiati. Nell’insegnare questa norma, il Signore ricorda l’esperienza degli Israeliti in Egitto, dove avevano vissuto come stranieri. Il trattamento, duro e brutale, che avevano subito soprattutto negli ultimi anni, doveva

Sodoma e Gomorra
essere un monito per non rendersi colpevoli dello stesso comportamento verso gli stranieri che abitavano tra loro.
Dio sa che la natura decaduta è molto incline ad avvantaggiarsi sugli altri per ottenere benefici economici. Questo non doveva verificarsi tra chi professava e professa di conoscere l’iddio vivente e vero. Il credente non può mostrare con tranquillità, una certa superficialità pensando che sia lecito fare distinzioni fra il“campo del lavoro” e le “cose spirituali”.
Quando il peccato entrò nel mondo, contaminò tutti gli aspetti della vita umana e alcune sue manifestazioni furono veramente degradanti, violente e corrotte. Per questa ragione, Dio decise di giudicare l’umanità con il diluvio, ad eccezione di Noè e della sua famiglia, perché erano stati disposti ad ubbidirgli.
Più avanti, la Scrittura ricorda che il peccato di due città, Sodoma e Gomorra, assunse proporzioni tali che il Signore dovette annientarle con fuoco e zolfo.

Il popolo di Israele, fu chiamato a separarsi dalla malvagità delle altre nazioni, in quanto popolo santo e appartato. Il Signore rimarca l’appartenenza di Israele a Lui, Dio l’avrebbe distinto come popolo santo fra le nazioni della Terra.
Israele aveva vissuto per molto tempo in Egitto, dove regnava idolatria con la sua conseguente immoralità. Nella terra di Canaan, purtroppo, la malvagità e le pratiche abominevoli erano persino peggiori.
Certamente, le pratiche malvagie dei popoli vicini avrebbero esercitato una tremenda pressione sugli Israeliti e indotto alla loro contaminazione.
I Cananei erano diventati un cancro morale per la razza umana, le usanze malvagie e immorali di quel popolo avevano ormai esaurito la misericordia divina, perciò non c’era più alcuna alternativa al giudizio di Dio.
Il loro peccato era divenuto tanto riprovevole e nauseante, che il paese li avrebbe vomitati. Il Signore avvertì anche Israele che se essi avessero seguito le stesse pratiche il paese avrebbe vomitato anche loro.
Le leggi divine, quindi, esortavano a prendere, come modello di condotta, Dio stesso: “Siate santi, perché io sono santo”. Le leggi di Dio a volte contrarie a quelle dell’uomo, devono sempre governare il Suo popolo, non è nulla di strano che si verifichi una divergenza di opinione fra ciò che Dio disapprova e lo stesso mondo approva.
Alcuni credenti ritengono poter regolare la loro vita ispirandosi al comune buon senso, stimando esso una valida regola di vita. Il problema è più serio di quanto si possa pensare. I costumi della società umana sperimentano una progressiva e preoccupante involuzione; ciò che soltanto venti o trenta anni fa era comunemente considerato sbagliato, oggi è tollerato e spesso ritenuto lecito.

Come credenti nati di nuovo, dobbiamo trovare il nostro modello etico non tra quelli mutevoli e profani della nostra società, ma sempre e comunque nella Parola di Dio, l’“unica, infallibile regola di fede e di condotta”.
Alcuni hanno detto: “Non siamo più sotto i Dieci Comandamenti, perché questa è l’era della grazia”. Tale affermazione dimostra la mancanza di comprensione dei comandamenti, perché è come dire che il Nuovo Patto ci sottrae al governo di Dio.
Ovviamente, i credenti non sono vincolati alle leggi cerimoniali dell’Antico Testamento concernenti il cibo, i sacrifici animali, le abluzioni, l’osservanza di certi giorni… Tuttavia, la legge morale, espressa implicitamente nei Dieci Comandamenti, è la volontà rivelata da Dio per la condotta degli uomini assunta sia verso il Signore, sia verso il prossimo. Questa legge è permanente e senza tempo.
I dieci comandamenti

Infatti, anche se sono trascorsi molti secoli, nessuno può mettere in dubbio la validità e l’attualità del Decalogo. I peccati in esso condannati sono da ritenere tali anche ai nostri giorni. Permettetemi mostravi come ogni comandamento viene ribadito nel N.T. tranne uno, quello del Sabato, infatti i cristiani si radunavano il primo giorno della settimana per celebrare la risurrezione di Gesù e offrire il culto al Signore.

Politeismo
Esodo 20:3
Atti 14:15 “Uomini, perché fate queste cose? Anche noi siamo essere umani come voi; e vi predichiamo che da queste vanità vi convertiate al Dio vivente, che ha fatto il cielo, la terra, il mare e tutte le cose che sono in essi…”.
Immagini
Esodo 20:4
1 Giovanni 5:21 “Figlioli, guardatevi dagl’idoli”
Nome di Dio invano
Esodo 20:7
Giacomo 5:12 “Sopratutto, fratelli miei, non giurate né per il cielo, né per la terra, né con altro giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate sotto il giudizio”.
Rispetto dei genitori
Esodo 20:12
Efesini 6:2 “Onora tuo padre e tua madre (questo è il primo comandamento con promessa)…”
Omicidio
Esodo 20:13
1 Giovanni 3:15 “Chiunque odia suo fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in sè stesso la vita eterna”.
Adulterio
Esodo 20:14
1 Corinzi 6:9-10 “Non sapete che gl’ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né fornicatori, né idolatri, né adùlteri, né effeminati, né sodomiti, … erediteranno il regno di Dio”.
Furto
Esodo 20:15
Efesini 4:28 “Chi rubava non rubi più, ma si affatichi piuttosto a lavorare onestamente con le proprie mani, affinché abbia qualcosa da dare a colui che è nel bisogno”
Falsa Testimonianza
Esodo 20:16
Colossesi 3:9 “Non mentire gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere”.
Concupire
Esodo 20:17
Efesini 5:3 “Come si addice ai santi, né fornicazione, nè impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra voi…”


Concludo questa semplice riflessione ricordando ad ognuno della nostra appartenenza al Signore, siamo suoi; per questo motivo dobbiamo ritrarci dall’iniquità: 2 Timoteo 2:19  “Tuttavia il solido fondamento di Dio rimane fermo, portando questo sigillo: «Il Signore conosce quelli che sono suoi», e «Si ritragga dall’iniquità chiunque pronunzia il nome del Signore».