LA MIA TESTIMONIANZA: GABRIELE IMPERATO

 

Ringrazio Dio con tutto il mio cuore se oggi posso scrivere questa mia testimonianza di fede, tutta opera del nostro Signor Gesù Cristo.

 

Erano gli anni ‘80 quando mia moglie a seguito di una malattia al rene, accettò l’invito di mia sorella di andare nella

Chiesa evangelica da lei frequentata e di esporre il suo problema fisico al Signore.

 

 

Mia moglie accettò di andare in Chiesa e, durante la celebrazione del culto, subito si rese conto che molto più importante della guarigione del corpo era la salvezza dell’anima. Fu così che, con una semplice fede, chiese al Signor Gesù d’intervenire nella sua vita. Il Signore nella Sua fedeltà non si fece attendere e di lì a poco la salvò e la guarì.

 

Devo dirvi che pur avendo sempre creduto che esistesse Dio e nonostante l’opera gloriosa che Dio aveva compiuto in mia moglie non riuscivo ad aprire il mio cuore a Gesù perché credevo che in fondo ero un uomo giusto e che non facevo grossi peccati.

 

Passarono circa dieci lunghi anni nei quali ci fu un gran combattimento tra me e mia moglie, in particolare ricordo che una sera dopo una grossa lite decidemmo di dividerci poiché consideravo una realtà: che il bene e il male non possano stare insieme. Dentro di me c’era un gran combattimento perché amavo mia moglie e pur comprendendo che era nella verità c’era qualcosa in me che m’impediva di superare questa difficoltà.

 

Spesso andavo anche in Chiesa e molte volte dicevo al Signor Gesù: “ Ti prego salvami, fammi riconciliare con mia moglie”, purtroppo non succedeva niente; solo dopo ho capito il perché, infatti, non lo chiedevo con tutto il mio cuore.

 

Quello che contribuì a farmi riflettere dove avrei passato, l’eternità fu la notizia, 23 novembre 1984, della morte di mio cognato di nome Ciro che aveva 38 anni colpito da infarto. A questo mio cognato Ciro, la mamma e due suoi fratelli, convertiti, molte volte gli parlavano dell’amore di Gesù, ma lui ci rideva incredulo. Per la morte di questo mio cognato ero veramente afflitto poiché andavamo molto d’accordo e ci volevamo bene, la sua morte segnò profondamente il mio intimo.

 

Fu così che in preghiera chiesi a Gesù cosa sarebbe successo dell’anima di mio cognato?  Mentre ero ancora in preghiera all’improvviso, compresi che proprio io, quell’uomo giusto che credevo di essere, non ero altro che un misero peccatore, orgoglioso e presuntuoso. Gridai al Signor Gesù dal profondo del mio cuore e gli chiesi perdono dei miei peccati e con gli occhi ancora chiusi e in lacrime vedevo tutti i miei peccati passarmi davanti come se stessi vedendo un film.

 

Non so quanto tempo rimasi a piangere in ginocchio davanti al signore ma ricordo che quando mi alzai sentii una pace nel cuore che mai prima avevo provato. Per quest’amore che il Signore ha manifestato nei miei confronti, non posso fare a meno di rendere lode e gloria al mio Signore che nel suo infinito amore ha avuto pietà di me facendomi diventare un suo figliuolo. A Lui e solo a Lui rendo lode e la gloria in eterno.

 

Fr Gabriele Imperato