La mia testimonianza

Tiziano
Tiziano

 

"Appartengo alla Chiesa Cristiana Evangelica di fede Pentecostale". Quante volte ho risposto così a chi mi chiedeva quale chiesa frequentassi! Ma conosco veramente il significato del termine" Pentecostale?” All'incirca sì, ma ho dovuto approfondire per capire sul serio cosa volesse dire. Il termine greco ha il significato di "cinquanta". Nel mondo ebraico questa era una festa che si celebrava dopo cinquanta giorni precisi dalla Pasqua. Nel Nuovo Testamento è famosa perché in quel giorno, lo Spirito Santo discese sugli apostoli, sulla madre di Gesù e su molte altre persone. In Atti cap. 2 è scritto: 1. E come il giorno della Pentecoste fu giunto, tutti erano insieme nel medesimo luogo. 2. E di subito si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, ed esso riempì tutta la casa dov’essi sedevano. 3. E apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano, e se ne posò una su ciascuno di loro. 4. E tutti furono ripieni dello Spirito Santo, e cominciarono a parlare in altre lingue, secondo che lo Spirito dava loro d’esprimersi. 5. Or in Gerusalemme si trovavano di soggiorno dei Giudei, uomini religiosi d´ogni nazione di sotto il cielo. 6. Ed essendosi fatto quel suono, la moltitudine si radunò e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nel suo proprio linguaggio. 7. E tutti stupivano e si meravigliavano, dicendo: Ecco, tutti costoro che parlano non son eglino Galilei? 8. E com´è che li udiamo parlare ciascuno nel nostro proprio natio linguaggio? 9. Noi Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadocia, del Ponto e dell´Asia, 10. della Frigia e della Panfilia, dell´Egitto e delle parti della Libia Cirenaica, e avventizi Romani, 11. tanto Giudei che proseliti, Cretesi ed Arabi, li udiamo parlare delle cose grandi di Dio nelle nostre lingue. 12. E tutti stupivano ed erano perplessi dicendosi l´uno all´altro: Che vuol esser questo? 13. Ma altri, beffandosi, dicevano: Son pieni di vin dolce. L'essere ripieni di Spirito Santo comportava e comporta tuttora il parlare in altre lingue (glossolalia), ma non solo: nella prima lettera ai Corinzi al capitolo dodici sono elencate tutte le manifestazioni dello Spirito Santo nei credenti, tutti i doni (carismi) gratuiti che Dio elargisce al Suo popolo. Ma essere ripieni dello Spirito Santo non è solamente questo, anche se i carismi sono regali stupendi che Dio da alla Sua Chiesa (doni che, per altro, non esaltano chi li riceve ma che sono utili all'edificazione di tutti). Esiste una dimensione profonda della Pentecoste che ha a che fare con l'Amore. La lettera ai Romani al cap. 5 versetto 5 recita: "Or la speranza non confonde, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Quindi lo Spirito innesta l'Amore di Dio (Agape = il tipo di amore specifico solo di Dio, quindi totale ed incommensurabile) in noi. La condizione precedente di noi credenti è quella descritta proprio da Gesù in Giovanni 5:42 : "Ma io vi conosco, che non avete l'amore di Dio in voi”. Tutto ciò coincide con le testimonianze di tutti coloro che hanno sperimentato questa effusione dello Spirito Santo nelle loro vite. Tutti concordano sull'esprimere le stesse esperienze: = sentirsi sopraffatti, sentirsi ricolmi fino a scoppiare, dall'Amore di Dio; fino alle lacrime ed al pianto accorato; = sentirsi circondati e protetti dal calore (anche in senso letterale, fisico) della misericordia infinita del Padre; = sperimentare profondità nuove nelle Scritture e sentirsi vivere in prima persona i passi ed i racconti della Bibbia; = sentire felicità al solo leggere la Parola di Dio; = nuova passione per le anime perdute e per l'evangelizzazione; Alcune testimonianze paragonano questa condizione nuova con l'aver sempre visto il cielo in cartolina e vederlo adesso dal vero: la visione si colora ed acquista profondità e bellezza mai lontanamente immaginate. Le parole di Gesù in Giovanni cap. 6:63 dicono proprio questo: "È lo Spirito che vivifica", cioè rende tutto vivo, del tipo di Vita di Dio (che in greco è: zoe). Naturalmente non c'è una fine a questa nuova esperienza, perché le profondità di Dio sono insondabili, infinite, meraviglie su meraviglie e luce su luce, in un illimitato susseguirsi di stupore. Non rimane che chiedere a Dio ancora di più di Lui, nella speranza di vivere quanto prima, a tempo pieno, questa comunione del nostro spirito con lo Spirito Divino. A Dio tutta la gloria, amen.

Tiziano