MARIO

La giusta via

Febbraio 2002. In quel periodo conducevo una vita dissoluta, alcool e droga erano una costante delle mie serate tra “amici”. Era quasi l’alba del 20 Febbraio e dopo l’ennesima serata sbagliata passata tra un locale e l’altro, iniziai a rendermi conto che stavo buttando via la mia vita.
Per cambiarla avrei dovuto cambiare amicizie e, per sfuggire da quest’ultime, probabilmente, avrei dovuto cambiare città. Passai la giornata pensando al da farsi, e, nel pomeriggio, presi la grande decisione: mollo tutto e parto per Milano! Tra il dire e il fare non passarono più di 10 giorni. La notte del primo Marzo ero già in viaggio, in quell'ennesimo trasferimento c’era tutta la mia vita e, quindi, tutti i miei sogni. Arrivai in tangenziale all’alba e le prime sensazioni furono molto positive, sentivo nel cuore che avevo fatto la scelta giusta.Trascorsi i primi giorni a sfogliare annunci di lavoro, presto iniziai a fare i primi colloqui e, con mia grande sorpresa, iniziarono ad arrivare subito le prime offerte. Mi venne proposto un ottimo lavoro con uno stipendio interessante ma avrei dovuto trasferirmi sin da subito a Brescia e, visto che non erano neppure due mesi che vivevo a Milano, rifiutai. Un pomeriggio, mentre mi recavo ad un colloquio di lavoro, trovai parcheggio di fronte a un'agenzia di lavoro interinale e, dato che ero in largo anticipo, entrai. La persona addetta alle selezioni era al telefono con una Società di distribuzione di componenti elettronici la quale cercava addetti al magazzino. Ero al posto giusto nel momento giusto, il giorno seguente già lavoravo per loro. Due mesi dopo, affittai un grazioso monolocale. La mia nuova vita iniziava nel migliore dei modi. Ora il lavoro era sistemato e la casa pure, mancavano le nuove amicizie che, ovviamente, dovevano essere l’opposto delle precedenti. Non tardarono gli inviti ad uscire e non mi feci pregare per andare ma, purtroppo, erano le stesse serate che trascorrevo a Roma e, quindi, iniziai a declinare gli inviti. Il tempo passava, e ormai a quasi due anni dal mio trasferimento a Milano, ero sempre più solo. La mia vita era fatta solo di lavoro, la spesa il sabato e le faccende domestiche. Tutto ciò che prima mi appariva bello e insostituibile, ora mi opprimeva; era ovvio che ero finito in depressione. Passavo le ore a ripetermi: "Mario, che ci fai qui? Ma non vedi che sei nel posto sbagliato? Ma non ti accorgi che ti stai spegnendo?" Nel contempo mi convincevo che era vero ma, a Roma non volevo tornare, mi dicevo:"Ho fatto tanti sacrifici e se torno in quella città sarà la mia fine!" Trascorsi alcuni mesi in quello stato, ero arrivato al punto che non riuscivo a stare in casa, mi vestivo di fretta e uscivo per camminare, pioggia o neve non importava ma, una volta in strada sentivo il bisogno di risalire. Insomma mi sembrava di impazzire o meglio, stavo impazzendo. Una voce mi diceva in continuazione che avevo sbagliato tutto e che non potevo farci nulla, il mio destino era segnato e lo avrei potuto solo assecondare, mi ripeteva che tutto sommato a Roma mi divertivo e che certo non stavo in quella situazione di profonda solitudine. Piangevo spesso e una sera iniziai a prendermela con il Signore, gli chiedevo cosa avevo fatto di male nella vita per meritare questo, ricordo che gli dicevo: "Guarda dove mi hai portato; guarda cosa mi hai fatto; guarda come mi hai cambiato, sei contento ora?, ti sembro un uomo migliore?" Poi ad un tratto, non so cosa sia successo in me, iniziai a provare un forte senso di turbamento e di pentimento per quello che stavo dicendo, e iniziai a chiedere perdono al Signore, sentivo misere le mie lamentele rispetto a quanto Lui aveva affrontato sulla croce per me. Immaginavo il dolore dei chiodi nelle Sue mani e quello che per me era dolore senza pari, diventava nulla a confronto. Più visualizzavo Gesù sulla croce e più il mio malessere si mitigava, il mio pianto era diverso, era cambiato, mi sentivo pieno di pentimento per quel che avevo detto e aggiunsi: "Signore ti prego perdonami per quel che ho detto, ma io non posso rimanere qui, devo andare via." Il giorno seguente mi recai al lavoro con già nella mente il desiderio di organizzare un nuovo viaggio ma, appena entrai in magazzino, due occhi grandi mi fissarono per un attimo e rimasero nella mia mente tutto il giorno. Erano due occhi severi e inesorabili, belli e profondi, che arrivarono nella mia anima come a dire: "Eccomi, sono io ciò che il Signore ha riservato per te!" Pur lavorando nello stesso posto, avevo visto quella donna una sola volta e per pochi istanti, due anni prima, eppure mi son detto: "E' lei, si è proprio lei!". Chiesi in giro alcune informazioni e l’unica cosa che una mia collega mi disse fu: "Si chiama Gezabel, non da troppe confidenze ed è una di chiesa, molto credente, lasciala stare." "Bene, perfetto!" mi dissi, "E' ciò che cerco, quando una persona ha fede è in grado di affrontare ogni situazione." Di lì a poco ci siamo fidanzati e, successivamente sposati. Ancora una volta, il Signore aveva ascoltato la mia preghiera: “Non temere, Daniele, poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di capire e d’umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state udite e io sono venuto a motivo delle tue parole” (Daniele 10:12). Il Signore, ci ha voluto insieme e insieme ci ha chiamato nella sua Chiesa. Mi ricordo la prima volta che siamo andati a parlare con il Pastore e quindi entrammo nella Chiesa di Cornaredo. Fino a quel momento, mi ero sempre chiesto lo scopo della mia partenza per Milano, cosa avrei dovuto fare di così importante, cosa aveva riservato il mio Signore per me. Tutte le risposte arrivarono in un istante, finalmente sentivo uscire dal mio cuore tutta la sofferenza passata e riempirsi di una gioia immensa, tutto quello che avevo passato e che ho raccontato finalmente trovava la risposta: tutto era diventato chiaro, mi aveva portato a Milano per incontrarLo. "Ma nella sua angoscia egli si è convertito al Signore, Dio d’Israele, l’ ha cercato, ed egli si è lasciato trovare da lui” (II Cronache 15:4).
Tutto questo è per dire, si, proprio a te che stai leggendo, che il Signore ha cambiato la mia vita, mi ha dato la possibilità di sperimentarlo, di viverlo per poter capire, per fare una scelta con il cuore, prima di ciò, ero perso nelle cose di questo mondo, ero solo in mezzo a tanta gente e adesso ho occhi nuovi che vedono colori nuovi e che mi consentono di discernere tra fiori sgargianti che attraggono per inghiottirti e annientarti, da quei fiori, i cui colori sono illuminati dalla Luce di Dio. Il Signore ti ama e il suo più grande desiderio è quello di farsi trovare da te. Lui aprirà una via anche per te. Tanti sono interessati ad assistere a qualcosa riguardo a Cristo, ma stare a guardare non ti recherà alcun beneficio. Soltanto riceverLo nella tua vita può liberarti dalla schiavitù del peccato. "Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi disse: Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua” (Luca 19:5)
Quando tutto ti sembra perduto, apri il tuo cuore al Signore, affida la tua vita a Lui e i tuoi occhi vedranno le meraviglie del Suo creato."Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie” (Proverbi 23:26).
Mario