CONOSCERE GESÙ
"Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre” (Giovanni 14:9)

Questa è una domanda che potrebbe apparire sorprendente: Gesù ci è familiare da così tanto tempo, eppure forse non Lo conosciamo veramente. Si tratta di un’eventualità triste e allo stesso tempo terribile. E se il Signore, dopo tutti i privilegi e le opportunità che ci ha assicurato, dopo tutte le lezioni apprese e le dimostrazioni della Sua bontà, guardandoci con aria di rimprovero ci ponesse questa domanda? “Se mi aveste realmente conosciuto, avreste compreso di conoscere ogni cosa”. Non conoscere Gesù equivale a non conoscere nulla. Riflettiamo su queste parole. Conoscere Gesù è la risposta a qualsiasi domanda, il riposo di fronte a tutte le nostre preoccupazioni. Egli è luce nel mezzo delle nostre tenebre, pace per tutte le paure che ci assillano. Per l’uomo di ogni età il Libro della Vita è sigillato ermeticamente, invano egli cerca di sfogliare quelle pagine. Gemiamo perché nessuno riesce ad aprirlo: la nostra sapienza, l’abilità o la forza non servono a nulla. Un Agnello che era stato immolato lo dischiude sotto i nostri occhi e lo rende comprensibile. Rimaniamo perplessi di fronte alla verità, fin quando non troviamo Gesù. Allora spunta il giorno e le ombre svaniscono. I nostri peccati e tutti gli errori sono attribuibili ad una mancata conoscenza di Lui. Chi conosce Gesù in profondità ha sondato l’intimità di tutte le cose: soltanto Lui è disceso e risalito alle altezze più sublimi. Tutti i nostri fallimenti, i gesti sconsiderati e il peccato ci riportano a quel tenero rimprovero: “Non mi hai conosciuto?”. “Cercate l’Eterno...”, esorta il profeta Amos, “...che muta l’ombra di morte in aurora” (5:6, 8). Fin quando Gesù, che è la Luce del mondo, non sorge nel nostro cuore, noi continueremo a brancolare nel buio e a inciampare nelle tenebre.