VEDERE IL PADRE
"Da tanto tempo sono con voi e tu non m’hai conosciuto, Filippo? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre” (Giovanni 14:9)

Il Signore parla a coloro che non riescono a vedere il Padre. Possiamo conoscere la vita e la storia del Signore Gesù, possiamo aver colto il senso della Sua morte e risurrezione, e tuttavia Dio può apparirci lontano, adorato nella Sua maestà da angeli santi, mentre, con infinita sapienza e potenza, sostiene e dirige l’universo. C’inginocchiamo e Lo chiamiamo nostro Padre, ma si tratta più di un titolo onorifico che di un rapporto intimo. Siamo perdonati mediante il prezioso sangue di Cristo, accettati nell’Amato Suo – su questo non dovremmo avere alcun dubbio – e, tuttavia, quanta incertezza ha messo radici nel nostro cuore! “Non mi hai conosciuto? Chi ha veduto me, ha veduto il Padre”. In Gesù c’è la misura dell’amore che mi unisce al cuore del Padre: per me Egli ha dato il Suo Unigenito e amato Figlio. In questo amorevole e fraterno Salvatore il Padre stesso si avvicina a me. Fermiamoci ad ascoltare le parole che escono da quelle labbra, così tenere, compassionevoli e ricche di un grande e incommensurabile amore divino. Il Padre pronuncia le parole. Soffermiamoci su quanto Egli ha compiuto, sulla misericordia che si è abbassata all’estremo, la potenza che ha guarito gli uomini peggiori, la gioia che ha benedetto tutti, la liberazione per gli afflitti, il perdono per i colpevoli, il pane per gli affamati, la luce per i ciechi, la vita per i morti. Il Padre compie le opere. Non conosciamo Gesù fin quando non vediamo il Padre che si china per circondarci con le Sue braccia d’amore, per prendersi cura di noi teneramente, per benedirci garantendoci le cose migliori, per disciplinarci in vista di una maggiore consapevolezza, di una più intensa comunione e di un servizio più nobile.