I CASTIGHI DI DIO

I castighi non sono mai piacevoli, soprattutto se vengono inflitti da chi merita a sua volta un giudizio.
In questo capitolo che tratta di uno dei periodi più tristi della storia d'Israele, il profeta Habacuc grida a Dio, si lamenta; egli non capisce perché ci sia "violenza... iniquità... liti... discordia" (v. 3) nel popolo di Dio. La risposta è terribile: Iddio permette l'invasione d'Israele ad opera dei Caldei, un temutissimo popolo di sterminatori. E Habacuc capisce: "Tu, o Rocca, l'hai stabilito per infliggere i tuoi castighi".
L'Eterno non fa preferenze, non ha riguardo a persone, anzi, "il giudizio deve cominciare dalla casa di Dio". In seguito Iddio gli rivela che anche i Caldei, o Babilonesi, saranno duramente colpiti dal Suo castigo.
Forse anche tu stai piangendo davanti a Dio perché vedi che peccati e liti si fanno strada perfino in alcuni che si definiscono cristiani, appartenenti al popolo di Dio. Ricorda, con riverente timore, che il Signore "ha gli occhi troppo puri per sopportare la vista del male" (v. 13) e non sorprenderti se Dio, il Santo, manda i Suoi castighi. A volte può servirsi perfino di inconvertiti per correggere i Suoi figlioli, ma ricordiamoci che sia quando il Signore benedice, sia quando castiga, Egli lo fa per il bene del cristiano e per dare un esempio ed un ammaestramento agli altri credenti e ai non credenti.
Qual'è dunque la lezione finale per Habacuc, per noi? Essa è rivelata un po' più avanti: "Ma il giusto vivrà per fede" .
In altre parole: non discutiamo l'operato di Dio, non contestimoGli le Sue scelte, i Suoi modi, i Suoi tempi. Ricordiamoci che Egli è in cielo e noi siamo sulla terra e nutriamo una serena e completa fiducia nel Suo amore e nella Sua giustizia.