UNA BELLEZZA RAGGIANTE
"Benedici, anima mia, l’Eterno: e tutto quello ch’è in me, benedica il nome suo santo. Egli è quel che ti perdona tutte le tue iniquità” (Salmo 103:1, 3)

“Il nome suo santo” ... “tutte le tue iniquità”. Queste definizioni antitetiche rappresentano due misteri che nessun uomo può investigare se Dio non lo illumina. Due verità sulle quali lo Spirito Santo è venuto a portare luce: Egli, il cui duplice simbolo è la colomba e il fuoco. Soltanto iniziando da qui possiamo imparare a cantare questo canto, perché il cantico del perdono nasce dal dolore del pentimento. Prima di creare l’uomo, Dio desiderò che la terra fosse nelle migliori condizioni in vista della venuta di colui che ne avrebbe avuto il dominio: “Un vapore saliva dalla terra e adacquava tutta la superficie del suolo” (Gen. 2:6): tutto era in lacrime. Le foglie erano pesanti e bagnate, i fiori fradici, i fili d’erba impregnati e aggrovigliati. Poi sorse il sole, e da quelle lacrime scaturì una bellezza raggiante: quei caldi raggi fecero sfolgorare ogni goccia, rivestirono gli alberi di diamanti, disseminarono l’erba di perle, luccicarono ovunque con smeraldi e rubini, e una pietra preziosa fu posta su ogni fiore. Così nasce la gioia nel Signore: il Sole della giustizia si leva e risplende sulle lacrime del nostro pentimento. Avviene la medesima cosa quando in un giorno molto afoso si radunano in cielo dei nuvoloni neri, nascondendo il sole. Allora neppure un alito muove le foglie languide: niente interrompe il timore e il silenzio che regna su ogni cosa. Arriva il lampo splendente, e subito dopo il tuono più fragoroso: l’acquazzone si trasforma in mille rivoli che serpeggiano ovunque. Dopo questo subbuglio c’è una nuova vita, che riempie tutto di deliziosa freschezza. Il sole fa brillare le gocce di pioggia, contorna d’oro le nuvole che si allontanano, e uno splendido arcobaleno attraversa i cieli: da ogni lato esplode un canto di gioia, come quello del profeta antico: “Io ti celebro, o Eterno! Poiché, dopo esserti adirato con me, l’ira tua s’è calmata, e tu m’hai consolato” (Isaia 12:1).