LUOGO SANTISSIMO
"Mediterò su tutte le opere tue, e ripenserò alle tue gesta” (Salmo 77:12)

Conosciamo noi stessi tramite gli altri. Colui che ha una particolare sensibilità dell’anima e del cuore mi dà non soltanto molto di sé, ma molto di me. La carità, la gratitudine, la fede, l’amore, il servizio, l’ispirazione non vengono forse dal contatto con gli altri? Siamo come uno strumento musicale: conosciamo ciò che può essere tratto da noi soltanto quando gli altri ci fanno “suonare”. È il battaglio che fa conoscere alla campana la melodia che essa può produrre. Prendiamo ad esempio l’aspetto della riverenza. I moralisti affermano che una delle grandi carenze di quest’epoca è proprio la riverenza. Come potrebbe essere altrimenti? Quando la vita viene ridotta al piccolo frammento del presente che chiamiamo oggi, quando il rapporto con i nostri simili consiste quasi esclusivamente negli impersonali e accaniti rapporti commerciali, quando quello che vediamo degli altri e ciò che loro vedono di noi sono soltanto gli aspetti materiali, quando i misteri che riempivano i nostri padri di riverenza sono stati ormai tutti spiegati, e le forze della natura sono state domate e poste al nostro servizio ... quale che posto rimane per la riverenza? Soltanto conoscendo Dio impariamo la riverenza. Soltanto mediante la meditazione della Parola possiamo conoscere di più il Signore ed entrare in un vero rapporto di comunione con Lui. Dio Onnipotente ed Eterno è per molti soltanto un nome e la Sua adorazione solo una forma, persino per quanti Gli offrono un culto devoto. Posso recitare molte preghiere con sincerità e non avere alcun contatto con Dio, non provare alcun senso della Sua presenza. Devo entrare alla Sua presenza affinché la nebbia si diradi e l’occhio del cuore si apra, per vedere l’Onnipotente, l’Eterno, il Glorioso. Se sono in comunione con Lui, la mia anima si piega e posso rendermi conto della mia pochezza. La meditazione è la via della rivelazione: essa solleva il velo e ci fa entrare nel Luogo Santissimo. Il Signore non desidera soltanto farci conoscere la Sua gloria. La vera immagine della meditazione è Mosè che sale sul monte nella freschezza dell’alba, scompare dalla vista del popolo ed entra nella nuvola della presenza di Dio, nel ritiro dell’Altissimo. Là Dio scende e fa passare la propria benignità davanti al Suo servitore. È così che Dio si avvicina a noi e si rivela come nostro Padre amorevole. Conosci tutto questo? Vorresti sperimentarlo? Sarà tuo se lo cerchi dove altri hanno saputo trovarlo: nella meditazione, alla presenza del Signore.